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Scoprendo: Erich Wolfgang Korngold./ Discovery: Erich Wolfgang Korngold.

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Erich Wolfgang Korngold è il figlio del celebrato musicologo e critico Julius Korngold, l’uomo che ereditò la posizione di giudice della vita musicale viennese dal famigerato e conservatore Eduard Hanslick. Nato a Brno nel 1897 Korngold dimostra un talento compositivo assai precoce che incuriosisce immediatamente autori affermati come Gustav Mahler e Richard Strauss. Korngold a 12 anni è l’allievo più promettente di Alexander von Zemlinsky, e nel decennio successivo passa attraverso una serie di successi straordinari che culminano con la prima esecuzione dell’opera Die Tote Stadt (nel 1920 a Colonia con la direzione di Otto Klemperer). Il lavoro, ispirato alla novella di Georges Rodenbach Bruges la Morte, riesce a coniugare magicamente le istanze espressive espressioniste con uno stile musicale di straordinaria eleganza tardo-romantica che mescola sapientemente le strutture formali e la ricerca armonica della tradizione mitteleuropea con il simbolismo e le raffinatezze timbriche della scuola francese. Alla metà degli anni ’30 il suo rapporto con il regista Max Reinhardt lo porta in contatto con l’ambiente cinematografico americano (suo è l’adattamento del Sogno mendelssoniano utilizzato nel film omonimo di Reinhardt). Il successo è tale che, nonostante molte titubanze, Korngold (di religione ebraica) può lasciarsi alle spalle la difficile situazione europea e trasferirsi a Hollywood dove nel decennio successivo realizza una serie di colonne sonore che restano dei capisaldi nel genere: Le avventure di Robin Hood, Il principe e il povero, Il prezzo dell’inganno, Il conquistatore del Messico.
Purtroppo i timori riguardo alla propria carriera non sono infondati e, nonostante il successo americano del Concerto per violino, quando nel 1949 torna a Vienna Korngold è ormai un compositore sorpassato. A poco valgono la stima di colleghi e interpreti quali Dimitri Mitropoulos e Bruno Walter: la Sinfonia op.40, uno degli ultimi lavori, non riesce a suscitare grande interesse in un pubblico e in un ambiente musicale ormai avvezzo all’esplorazioni nel campo dell’atonalità e del serialismo. Nel 1950 la storia della composizione ha intrapreso nuovi sentieri (Darmstadt è alle porte) e il mondo musicale di Korngold, per quanto ancora ricco di spirito creativo, è ormai inesorabilmente fuori moda. La morte lo coglie nel 1957, nuovamente a Hollywood in una sorta di auto-esilio dorato.
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Erich Wolfgang Korngold was the son of the celebrated musicologist and critic Julius Korngold, the man who inherited the position of judge of the Viennese musical life from the infamous and conservative Eduard Hanslick. Born in Brno in 1897 Korngold shows a compositional talent very early that intrigues immediately established authors such as Gustav Mahler and Richard Strauss. Korngold in his 12 is the most promising student of Alexander von Zemlinsky, and in the next decade win a series of extraordinary successes that culminated in the first performance of the opera Die Tote Stadt (Cologne 1920 under the direction of Otto Klemperer). The work, inspired by the novel by Georges Rodenbach Bruges Death, manages to magically combine expressionist instances with a late-Romantic musical style of extraordinary elegance that skillfully blends the formal structures and harmonic research of the German tradition with the symbolism and the timbre refinements of the French school. In the mid-’30s his relationship with director Max Reinhardt takes him into contact with the American film industry (Korngold adapted Mendelssohn’s Midsummer night Dream used in Reinhardt’s movie with the same title). It was so successful that, despite much hesitation, Korngold (of Jewish religion) can leave behind the difficult situation in Europe and move to Hollywood. During the following decade he produced a series of soundtracks that are the cornerstones in the genre for movie like: The Adventures of Robin Hood , The Prince and the Pauper, Deception, Juarez.
Unfortunately, the fears about his “classical” career wasn’t groundless, despite the success of the Concerto for violin in the USA, when he returned to Vienna in 1949 Korngold was a composer outdated. The estimate of colleagues and performers such as Bruno Walter and Dimitri Mitropoulos aren’t enough to revive is career: Symphony op.40, one of the last works, fails to arouse great interest in a public and in a musical environment become accustomed to the exploration in the field of atonality and serialism. In 1950, the history of the composition has embarked on new paths (Darmstadt is at the door) and the musical world of Korngold, although still full of creative spirit, is inexorably out of fashion. The death catches him in 1957, again in Hollywood in a kind of self-imposed golden exile.

Il lavoro che a tutt’oggi tramanda il nome di Korngold nei teatri d’opera di tutto il mondo è sicuramente Die Tote Stadt: opera stupenda per la caratterizzazione musicale dei personaggi, la ricchezza della vena melodica (due arie straordinarie il Lieder di Marietta nel primo atto e il Canto di Pierrot nel secondo) e la coesione drammatica.
The work that still handed down the name of Korngold in the opera houses around the world is definitely Die Tote Stadt: stupendous work for the musical drawing of the characters, the richness of the melodic vein (two extraordinary arias: the Lieder of Marietta in the first act and the Song of Pierrot in the second) and the dramatic cohesion.

Oggi particolarmente di moda il Concerto per violino op.35 viene completato nel 1945 e dedicato a Jascha Heifetz. È un lavoro che possiede una ricchezza tematica unica ed esaltante (mutuata da alcuni grandi temi utilizzati da Korngold nelle colonne sonore cinematografiche) solidamente sviluppata in una forma strutturale assolutamente tradizionale.
Today particularly up to date Violin Concerto op.35 was completed in 1945 and dedicated to Jascha Heifetz. It’s a work that has a unique and exciting thematic richness (borrowed from some major themes used by Korngold in soundtracks movie) firmly developed into a very traditional structural form.

Torniamo al periodo giovanile di Korngold per il Quintetto per piano op.15: un’opera di straordinaria complessità strutturale. L’Adagio centrale è infatti costituito da nove variazioni tratte dal terzo dei Lieder des Abschieds op.14, ma brevi frammenti dagli altri lieder del ciclo sono in maniera più e meno evidente inseriti nel testo. La leggenda vuole che servissero durante le esecuzioni pubbliche, in cui Korngold eseguiva la parte pianistica, a inviare messaggi in codice alla futura moglie Luise von Sonnenthal, la cui famiglia non gradiva il legame con il giovane compositore.
Let’s go back to the early period of Korngold for the Quintet for piano op.15: a work of extraordinary structural complexity. The Adagio is in fact made up of nine variations taken from the third of Lieder des Abschieds op.14, but short snippets from other lieder of the cycle are in a more and less evident way inserted in the text. Legend says that the quotations served during public executions, in which Korngold performed the piano part, to send coded messages to his future wife Luise von Sonnenthal, whose family did not like the link with the young composer.

Tutti gli appassionati del repertorio liederistico dovrebbero conoscere le composizioni di Korngold in questo ambito. La immancabile, magnifica vena melodica è sempre sostenuta da un uso sapiente delle strutture formali classiche e da una concezione armonica e coloristica immediatamente riconoscibile. Ben due cicli: l’op.29 e i Songs of the Clown op.31 (questi ultimi tratti dalla Dodicesima Notte) sono dedicati alla passione per Shakespeare del compositore.
All fans of lieder repertoire should know the compositions of Korngold in this field. The inevitable, magnificent melodic vein is always supported by a wise use of classical formal structures with a harmonic and coloristic conception immediately recognizable. Two cycles: the op .29 and Songs of the Clown op.31 (the latter taken from Twelfth Night) are dedicated to the composer’s passion for Shakespeare.

Concludiamo con qualche edizione discografica cui fare riferimento:
Let’s finish with some recording reference:
Die Tote Stadt – Neblett, Kollo, Prey, Luxon, Erich Leinsdorf – RCA
Concerto per violino op.35 – James Ehnes, Bramwell Tovey, Vancouver SO – Onyx
Quintetto per piano op.15 – Henri Sigfridsson, Aron Quartet – CPO
Lieder – Sarah Connolly, William Dazeley, Iain Burnside – Signum